Strade gruviera. In onda l'horror

14 luglio 2004

di Gian Luca Favetto

H come HORROR. E non si parla di cinema. Si intende un altro tipo di orrore. L' orrore della sindrome da gruviera, il formaggio con i buchi. Ecco: se la tua città, con la scusa di costruirsi un magnifico futuro, si riduce a gruviera? Un po' ci scherzi e un po' ti spaventi. Lo annunciava Repubblica la scorsa settimana: ci aspetta un' estate rovente, sono aperti ottanta cantieri. Alle imprescindibili opere olimpiche, che trasformeranno Torino in una capitale della neve anche quando la neve non c' è, si aggiungono i lavori per i parcheggi sotterranei del centro, anch' essi imprescindibili, e gli ancor più imprescindibili interventi di manutenzione ordinaria. Altro che tranquillità estiva! Altro che città a misura d' uomo, vuota, metafisica. Un unico grande cantiere, dunque: rifanno manti stradali e fognature, piazzano rotonde, risistemano i binari del tram, predispongono per il teleriscaldamento e alzano palaghiacci, vanno avanti con il metrò, si danno da fare con i nuovi sottopassi di corso Trapani e corso Spezia, nonché con il passante ferroviario che non passa mai, cominciano gli scavi per trovare posto alle macchine in piazza San Carlo e in piazza Vittorio, e lasciamo perdere piazzale Valdo Fusi. Scegliete voi: orror vacui o horror puro? Per di più, se i cantieri trasformano Torino in gruviera, ne approfittano i topi. Sono in aumentano nelle aree dei lavori e sul lungofiume. Pare non siano pericolosi, però. Hanno paura. Hanno anche loro orrore. Di noi.